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Set 02

Hotels

Sempre per ricapitolare ecco la lista degli Hotel/Motel visitati con link a giudizi di TripAdvisor nei quali troverete anche i nostri:

  • 1° notte :: San Francisco Airport – Red Roof Inn – Voto Nostro 7/10
  • 2° notte :: Mammoth Lakes – Motel6 – Voto Nostro 3/10
  • 3° notte :: Pahrump – Best Western – Voto Nostro 8/10
  • 4° notte :: Las Vegas – MonteCarlo – Voto Nostro 9/10
  • 5° notte :: Kanab – Best Western Red Hills – Voto Nostro 7/10
  • 6° notte :: Caineville – Rodeway Inn – Voto Nostro 8/10 (anche perché è solo in mezzo al niente povero)
  • 7/8° notte :: Grand Canyon Village – Yavapay Lodge – Voto Nostro 7/10
  • 9° notte :: Joshua Tree – High Desert Inn – Voto Nostro 8/10 (Niente di che ma una connessione tipo T1… e un indiano alla reception più umida del mondo che si vanta da matti della connessione)
  • 10/11° notte :: San Diego – Best Western Blue sea Lodge – Voto Nostro 8/10
  • 12° notte :: Santa Barbara – Castillo Inn – Voto Nostro 9/10
  • 13° notte :: Monterey – Hotel Abrego – Voto Nostro 9/10
  • 14/15° notte :: San Francisco – Holiday Inn Fisherman’s Wharf – Voto Nostro 7/10 (hotel bello ma caro e connessione internet indecente)
  • 16/17/18/19° notte :: San Francisco – Travelodge Golden Gate – Voto Nostro 7/10 (Motel bruttino ma cifra interessantissima per la posizione)
  • 20° notte :: San Francisco Airport – Best Western + Grosvenor – Voto Nostro “Ci dormiamo stanotte”

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Ago 30

Una città che offre tutto

20110829-064158.jpgPensavo fosse più che conosciuta ma in realtà abbiamo scoperto che pochissimi stranieri passano parte del loro tempo a San Francisco a visitare la USS Hornet, portaerei americana diventata museo dopo la sua dismissione. Un vero e proprio libro di storia a cielo aperto, una guerra mondiale, la korea, il Vietnam ed il tutto raccontato da veterani (e non) volontari ed entusiasti di fare da guida sulla nave.
Per la cronaca è stata anche la nave che ha recuperato l’equipaggio dell’Apollo 11 di ritorno dal primo allunaggio, la capsula si trova infatti ancora li con annessa camera di quarantena dove gli astronauti passarono 30 giorni dopo il rientro.
Unica pecca la nave-museo si trova fuori da San Francisco, nella cittadina di Oakland, raggiunta con metro, autobus e una bella camminata.
20110829-094752.jpgLasciata la nave riprendiamo la sequenza di autobus e metro per tornare nella civiltà e in un’oretta ci ritroviamo in centro a SF. Il paesaggio cambia e ricambio la pazienza di mia moglie con una gita al museo dei trucchi di sephora.

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Ago 28

San francisco

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Purtroppo la “high speed connection” di questo hotel non permette di aggiornare il nostro diario di bordo. Gli aggiornamenti riprenderanno appena possibile, speriamo domani dopo il cambio di albergo.

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Ago 26

IX tappa, San Diego Los Angeles Santa Barbara

La IX tappa è la prima interamente dedicata alla costa Californiana. Si parte da San Diego in mattinata in direzione della famosa spiaggia di La Jolla, dove si possono ammirare le foche scorrazzare (come gli asini di Oatman) sulla spiaggia. Non sappiamo se è solo un problema temporaneo delle spiagge locali, ma la quantità di sporco e mucillagine non ha nulla da invidiare alle nostre spiagge adriatiche, anche se questo non sembra importunare più di tanto la fauna del posto.

Passata La Jolla dirigiamo verso Los Angeles, città con l’invidiabile primato di essere immensa e di essere visitabile in mezza giornata. Arrivati a L.A. decidiamo di tornare piccoli per un momento passando davanti alla casa che fece da set per il telefilm Beverly Hills 90210. Passaggio veloce sul nostro passato e su tutti i telefilm dell’epoca (la metà girati qui) e via verso Hollywood. Purtroppo il caldo non ci permette di passeggiare troppo sulla walk of fame.

Vediamo qualche stella, ammiriamo qualche personaggio del luogo, approfittiamo per mangiare qualche cosa di veloce e ripartiamo direzione Rodeo Drive dove possiamo osservare, come fosse uno zoo, la catena di negozi di alto livello e una serie non indifferente di animali da shopping impegnati nel mantenimento del modello capitalista.

La tappa successiva è la Venice Beach, la caratteristica spiaggia ricca di “artisti” a sud di Santa Monica.

L’avevo vista 10 anni fa e la prima cosa che noto è la mancanza dei reduci, lascio a voi ogni possibile speculazione sul loro destino. La spiaggia è molto viva, tantissimi giovani che fanno acrobazie con mezzi di locomozione non a motore di ogni tipo, artisti di strada che creano curiosi oggetti e vendono fantomatici servizi tra cui un dottore che diagnostica insonnia per poter comprare erbe aromatiche birichine. Due personaggi su tutti, uno che chiede soldi per poter farsi allungare il pene e diventare un porno attore e uno che chiede un dollaro per farsi prendere a calci.

Se l’arte contemporanea in certe sue sfumature deve essere recepita come provocazione, anche questi devono essere annoverati assieme a tutti quelli “artisti” di moda presenti nelle gallerie d’arte moderne.

Alle 16 riprendiamo posto in macchina e ci dirigiamo verso nord, direzione Santa Barbara. Il tragitto di coglie un pò impreparati e, tra deviazioni forzate e strade dissestate, raggiungiamo Santa Barbara solo alle 21.00.

Facciamo il checkin intrattenuti da un gentilissimo proprietario della struttura che ci mostra dove poter mangiare, diamo un’occhiata alle camere e ci dirigiamo verso la State Street, una bellissima via piena di ristoranti e pub. Troviamo un bel ristorante messicano e consumiamo una cena a tema a base di Fajitas.

Ecco la mappa del viaggio del giorno…

e l’album della giornata…

2011-08-24 San Diego LA Santa Barbara

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Ago 24

VII tappa, Grand Canyon – Joshua Tree

Ecco qui riportati i principali motivi per cui è meglio avere una pistola che una donna. Questo simpatico manifesto ci accoglie nella cittadina fantasma di Oatman, lungo il tragitto che ci porta dal Grand Canyon a Joshua Tree, alle porte del Joshua Tree Park.
Questa è la tappa più lunga del viaggio, 500 chilometri circa. Non contenti di tutti i chilometri che dobbiamo fare decidiamo di deviare leggermente dal percorso per gustare qualche chilometro di ruote 66 e raggiungere la cittadina fantasma di Oatman, rimasta come era dai tempi in cui veniva frequentata per via delle miniere d’oro presenti sulle montagne circostanti.
In realtà di fantasma c’è ben poco. La cittadina è molto carina e ricalca alla perfezione la città standard dei film western, una lunga via sui cui lati vi sono bar e saloon con grosse facciate in legno ed insegne cigolanti in balia del vento.
Non posso dirlo con certezza ma sono abbastanza convinto che le case non sono riprodotte,
e fin qui l’appellattivo di città fantasma non fa una piega. Il problema sorge quando si pensa che se le case durano nel tempo, lo stesso non si può dire per i cowboys. A 100 anni di distanza questi sono stati rimpiazzati da attori mediocri che mimano sparatorie di vario tipo lungo la strada principale, il tutto in mezzo a simpatici asinelli liberi di scorrazzare (e non solo) tra un saloon e l’altro.
Malgrado questo, e visto L’orario, optiamo per un pranzo veloce in uno dei saloon del posto. Il proprietario, o presunto tale, ci mostra orgoglioso una fotografia in cui si può ammirare una persona sparare ed il proiettile immortalato nello scatto, il tutto sotto una bella testa di alce con annesso cappellino… effettivamente anche le persone sono rimaste quelle dei primi 900.
Finito il pranzo ripartiamo e dopo qualche ora ci troviamo nuovamente in California. La temperatura non cambia, sempre 44 gradi, facciamo l’ennesimo pieno di carburante e ne approfittiamo per una pausa con una buona birra fresca in un bar del posto.
In prossimità del tramonto arriviamo finalmente a Joshua Tree in un simpatico alberghetto pagato una miseria che non ha nulla, se non fosse per un simpatico indiano alla reception ed una connessione wi-fii straordinariamente veloce.
Per la cena optiamo per uno dei ristoranti/bar del paese (gli altri erano tutti chiusi) e finalmente ci imbattiamo nel primo stronzo americano. Un barista che prima fa finta di non considerarci e poi di non capirci, anche quando cerchiamo di ordinare solo a gesti sul menu. Il servizio è pregevole, il barista prepara le nostre birre e senza dire niente le appoggia sul bancone facendoci capire che da sole non sarebbero arrivate al nostro tavolo. Alla domanda “possiamo mangiare qualcosa” mostra un umorismo pregevole rispondendo “ho visto farlo diverse volte, è molto bello”. In preda alla rabbia decidiamo comunque di ordinare (non c’erano altri posti aperti) e dopo qualche mezz’ora è addirittura il cuoco a portarci la cena; l’ipotesi più plausibile è che il barista abbia fatto lo stesso ragionamento fatto per le birre ed abbia appoggiato i piatti pronti da qualche parte in cucina aspettando che questi si alzassero e venissero da soli, senza considerare peró che noi dal tavolo non potevamo vederli.
Per dovere di cronaca però devo ammettere che la carne era molto buona, forse la migliore mangiata fino a quel punto. La buona cucina non ha però salvato il barista… Questo giro niente mancia, lasciamo i soldi contati sul tavolo e torniamo in albergo, pronti per crollare a letto.

Ecco la mappa del tragitto di oggi…
20110824-094319.jpg
E le foto della giornata…

2011-08-21 Grand Canyon Joshua Tree 1

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Ago 23

Un pó di relax

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Dopo quasi 3000 km di viaggio un pó di relax non guasta affatto. Il primo impatto con san Diego non poteva essere più positivo di così. Al momento direi che ci vivrei molto volentieri. Vedremo se confermare questa sensazione anche domani, dopo aver visitato il centro.

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Ago 23

Colazione starbucks

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Prima colazione a san Diego

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Ago 23

VI tappa, Capitol Reef – Monument Valley – Grand Canyon

Sveglia ore 8.00 come tutte le mattine, colazione mediocre offerta dal motel, preparazione dei bagagli, programmazione del navigatore e via che si parte verso una delle tappe più affascinanti del viaggio.

Dopo aver lasciato il Rodeway Inn ci dirigiamo verso la cittadina di Hanksville dalla quale svoltiamo in direzione Mexican Hat, paese dal quale si fa accesso alla Monument Valley. Convinti di fare solo deserto fino a quel punto lasciamo telecamere e macchine fotografiche nello zaino ma ben presto dobbiamo ricrederci ed armarci di tutto punto.

Prima passiamo dal Lake Powell, un lago artificiale formatosi in seguito alla creazione di una diga. Non siamo particolarmente interessati a paesaggi artificiali quando possiamo godere della magnificenza di madre natura ma devo ammettere che qualche foto sulla spiaggia del lago l’abbiamo scattata. Lo stacco che vi è tra il lago e le rocce attorno ha comunque il suo fascino, anche se il tutto non è naturale.

La sorpresa più bella la troviamo però appena prima di arrivare a Mexican Hat. Dopo aver guidato per chilometri e chilometri lungo una strada abbastanza anonima in men che non si dica ci troviamo di fronte ad una discesa non asfaltata lungo il ripidissimo pendio di un cayon dalla quale è possibile ammirare tutta la vastità degli stati dello Utah e dell’Arizona, uno spettacolo magnifico.

Arrivati a Mexican Hat cominciamo la marcia verso la Monument Valley. Le caratteristiche Mesa si vedono all’orizzonte, questo è il paesaggio visto più volte in decine e decine di film, la foto all’inizio del post è stata scattata proprio durante l’avvicinamento. L’atmosfera è veramente particolare, parcheggiamo la macchina ed in silenzio ammiriamo questo fantastico spettacolo.

Per non farci mancare nulla approfittiamo anche della nostra Jeep per fare lo sterrato di un’ora che ci porta in giro per la Monument Valley, una bella emozione.

Passata la Monument programmiamo la nostra prossima tappa, il Grand Canyon per il tramonto. Già ammirato nello scorso viaggio sappiamo di non poter perdere questo spettacolo, anche se questa volta il tutto è più tranquillo, ci fermeremo al Grand Canyon due giorni quindi se manchiamo il primo possiamo sempre vedere il secondo.

Arriviamo in tempo, unico problema è che all’ingresso del parco becchiamo un temporale spaventoso con grandine che mette in crisi i vetri della macchina.

Fortunatamente il diluvio passa, ma passa lasciando una nuvoletta a coprire il sole, trasformando il tramonto in un paesaggio di colori veramente particolare per cui possiamo dire che ne è valsa la pena; il tramonto con cielo sereno lo ammireremo poi il giorno successivo.

E come sempre ecco la mappa di questa VI tappa…

e le foto…

2011-08-19 From Capitol Reef to Monument Valley to Grand Cayon Sunset

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Ago 19

V tappa, Kanab – Bryce canyion – Capital Reef

Ci eravamo quasi scordati della particolare usanza della polizia locale, sostituire gli agenti con dei manichini piazzati nelle automobili.

Questa è stata la partenza stamane da Kanab in direzione Bryce Canyon. Il Bryce regala sempre emozioni indescribili ma quest’anno è stato ancora più generoso; durante la prima sosta con relativa passeggiata nel canyon ha deciso di rovesciarci addosso un temporale monsonico, o storm come dicono i locali mentre corrono come matti prima sotto gli alberi per ripararsi e poi da altre parti una volta realizzato che durante un temporale sotto un albero non è bello stare.

Noi optiamo per la soluzione “corsa verso la macchina”. Arriviamo completamente lavati, riusciamo giusto a scappare dentro, lasciare passare un attimo la tempesta ed uscire per cambiarci quando ecco che un nuovo temporale si abbatte su di noi. La giornata al Bryce si è svolta tutta cosi, noi che cerchiamo di vedere qualcosa ed il temporale che riparte e ci fa scappare in macchina. Comunque sia abbiamo visto abbastanza per poter affermare che questo posto è veramente da perdere il fiato.

Fatto il Bryce ci dirigiamo verso la metà della V tappa, uno sperduto Motel in mezzo al niente nella cittadina di Caineville, 24 abitanti dichiarati. Per arrivare qui però bisogna passare una delle strade più belle d’America, la statale 12. Il panorama cambia in continuazione, guidare qui è un piacere, ci concediamo un caffé a Escalante e poi direzione Boulder e Capital Reef, un altro capolavoro di Madre Natura, per poi arrivare in questo Motel immerso nel nulla. Peccato non ci sia bel tempo e non si possano guardare le stelle perché, sarebbe stato sicuramente uno spettacolo particolare. Comunque sia il personale è gentilissimo indicandoci dei posti dove potersi nutrire nelle 25 miglia nei pressi dell’hotel.

Dopo aver finalmente mangiato una bistecca come si deve al red rock di Hankesville siamo tornati in camera, guardato un film (le colline hanno gli occhi, a tema con il posto) ed ora pronti a dormire prima della tappa più lunga che ci porterà al Grand Canyon passando per la Monument valley,

Ed ecco la mappa del percorso di oggi…

e le foto della giornata…

2011-08-18 Bryce Canyon Capital Reef

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Giu 19

Meno di 2 mesi

Approfittiamo di questo week end, uno dei pochi, tranquillo al “caldo” della nostra casetta per fare qualche anticipazione riguardante il viaggio estivo.

L’arrivo è programmato per il 13 di Agosto in quel di San Francisco (la sera stessa suoneranno anche i Muse ma sarà difficile riuscire ad arrivare in tempo per il concerto) e, dopo una notte di riposo in un hotel nei pressi dell’aeroporto (al momento non ricordo il nome) daremo il via a 20 giorni di “On the road” sulle strade americane.

Il primo impegno del mattino riguarderà il ritiro del mezzo di trasporto, un Dodge Caravan prenotato dal sito e-noleggio.it gentilmente consigliato da amici.

Mancano quindi meno di due mesi, comincia la preparazione dei documenti e la pianificazione finale del viaggio che verrà documentata su questo spazio, sia per ammazzare l’attesa sia per dare l’occasione a chi è già stato in quei posti di darci suggerimenti e consigli utili.

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