Category: viaggi

Gen 18

Vaggio

Oggi mamma e papà hanno caricato una valigiona e la macchina fotografica sulla macchina, chissà dove si va.
Io ancora non capisco che differenza c’è tra un posto e l’altro ma in realtà poco mi interessa perché quello che mi piace é viaggiare e la compagnia del viaggio, non tanto la meta.
Anche se il viaggio più grande è iniziato da pochi mesi ho già vissuto moltissime esperienze e non riesco ad immaginare quante altre ne avrò davanti. Da poco tempo ho cominciato a sentire dei rumori e non sapete quanto é grande la mia curiosità nell’aspettare di scoprire da dove vengono.
Il mio cuoricino batte a mille ma sento anche quello della mamma che mi mette sempre tranquillità quando un rumore forte, papà ne fa in continuazione e la mamma lo sgrida, mi fa fare i saltoni dentro la mia casetta.
Sto imparando a dare i calcetti quando la mamma mi chiama o meglio, la mamma sta imparando a chiamarmi quando do i calcetti. In realtà non so se sono io che rispondo alla mamma che chiama o è lei che risponde alle mie evoluzioni, la cosa sicura é che si sta creando quel legame indissolubile e fantastico che unisce una madre con il proprio bambino. Sapete, da ogni cosa nella vita si può tornare indietro tranne che dalla propria mamma. So già che passerò i primi anni del mio viaggio a farla penare perché non mangio, urlo, piango, faccio i capricci e tante altre tattiche di guerriglia infantile, ma so anche che basterà un sorriso e due paroline dolci per poter tornare amici. Dovrò solo imparare a correre veloce quando la vedrò comparire armata di battipanni e zoccoli anche se mi dicono che non vanno più di moda.
Con papà invece riesco ancora a nascondermi anche se l’altra sera mi ha fregato; si è avvicinato con la voce della mamma, e ha messo la mano sulla pancia mentre stavo facendo le mie capriole. Quando ho capito che era lui mi sono subito fermato ma ormai mi aveva sentito, adesso anche lui sa per certo che sto arrivando.
Ecco, sento il rumore della macchina che si accende, quando partiamo per un viaggio lungo il motore fa sempre un rumore strano, sembra dica…
“Ma… Avremo preso tutto?”

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Set 02

Hotels

Sempre per ricapitolare ecco la lista degli Hotel/Motel visitati con link a giudizi di TripAdvisor nei quali troverete anche i nostri:

  • 1° notte :: San Francisco Airport – Red Roof Inn – Voto Nostro 7/10
  • 2° notte :: Mammoth Lakes – Motel6 – Voto Nostro 3/10
  • 3° notte :: Pahrump – Best Western – Voto Nostro 8/10
  • 4° notte :: Las Vegas – MonteCarlo – Voto Nostro 9/10
  • 5° notte :: Kanab – Best Western Red Hills – Voto Nostro 7/10
  • 6° notte :: Caineville – Rodeway Inn – Voto Nostro 8/10 (anche perché è solo in mezzo al niente povero)
  • 7/8° notte :: Grand Canyon Village – Yavapay Lodge – Voto Nostro 7/10
  • 9° notte :: Joshua Tree – High Desert Inn – Voto Nostro 8/10 (Niente di che ma una connessione tipo T1… e un indiano alla reception più umida del mondo che si vanta da matti della connessione)
  • 10/11° notte :: San Diego – Best Western Blue sea Lodge – Voto Nostro 8/10
  • 12° notte :: Santa Barbara – Castillo Inn – Voto Nostro 9/10
  • 13° notte :: Monterey – Hotel Abrego – Voto Nostro 9/10
  • 14/15° notte :: San Francisco – Holiday Inn Fisherman’s Wharf – Voto Nostro 7/10 (hotel bello ma caro e connessione internet indecente)
  • 16/17/18/19° notte :: San Francisco – Travelodge Golden Gate – Voto Nostro 7/10 (Motel bruttino ma cifra interessantissima per la posizione)
  • 20° notte :: San Francisco Airport – Best Western + Grosvenor – Voto Nostro “Ci dormiamo stanotte”

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Set 01

Ultimo Giorno

Dopo 21 giorni, 4100 Km percorsi, almeno 15 posti in cui ho detto: “Io qui ci vivrei”, domani è l’ultimo giorno di questo fantastico viaggio.

Domani faremo un ultimo giretto per le vie di San Francisco, un pò di cable car, un pò di tram vecchi e poi via in direzione aeroporto dove ci attende l’ultimo hotel della vacanza; dovendo prendere l’aereo alle 7.00 di Venerdì mattina preferiamo dormire vicino all’aeroporto.

Oggi ci siamo vestiti da turisti come si deve e ci siamo diretti ad Alcatraz “The Rock”. Interessante quanto inquietante, andando in prima mattinata e riuscendo ad evitare l’orda di turisti, facendo il giro alla rovescia, si può osservare quello che era uno dei carceri di massima sicurezza senza essere sommersi da persone di ogni tipo interessate solo all’etichetta “io ci sono stato”.

Nel pomeriggio visita al Golden Gate park, a detta delle guide il III parco cittadino più visitato degli USA. Dopo aver ammirato i giardini giapponesi (a mio avviso 7 dollari sono un pò troppi viste le dimensioni) ci siamo diretti verso l’Accademy of Science ma, dopo aver scoperto che si trattava di animali in gabbia o riprodotti (ne abbiamo abbastanza di animali in gabbia per il piacere del popolo), abbiamo girato l’angolo e siamo tornati verso la città. Giretto sul mare e poi pizza in camera in totale tranquillità all’americana.

Alcune considerazioni a caldo sugli americani:

  • Sono molto gentili e sempre disponibili a dare indicazioni, a parte 1 a Joshua Tree.
  • Si fermano sempre agli stop e il pedone ha sempre la precedenza.
  • Quando l’autobus è pieno anche loro perdono un pochino la pazienza.
  • Sulla sedia del comandante non siede nessuno, se non il comandante.
  • Come nei bagni pubblici italiani (o nei bar) anche qui il 99% delle volte trovo la tavoletta abbassata e bagnata. Essendo pieno di italiani non posso però sapere se il  malcostume è importato o meno. Stato delle tavoletta e sciacquone tirato sono due indicatori fondamentali del senso civico di un popolo.
  • Non è assolutamente vero che tutti gli americani sono ciccioni.
  • Quando gli autori delle guide parlano male di alcuni quartieri delle città americane dovrebbero fare un giro nelle nostre. E’ vero, è pieno di senza tetto, ma non importunano nessuno, garbatamente chiedono un aiuto e gentilmente accettano le tonnellate di no che arrivano loro. Molto peggio la Pomposa di Modena il venerdì sera.
  • Non impareranno mai a cucinare, a parte qualche spunto positivo… basta con queste salse…
Altre considerazioni domani… ah… ecco la mappa completa del viaggio.

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Ago 30

Una città che offre tutto

20110829-064158.jpgPensavo fosse più che conosciuta ma in realtà abbiamo scoperto che pochissimi stranieri passano parte del loro tempo a San Francisco a visitare la USS Hornet, portaerei americana diventata museo dopo la sua dismissione. Un vero e proprio libro di storia a cielo aperto, una guerra mondiale, la korea, il Vietnam ed il tutto raccontato da veterani (e non) volontari ed entusiasti di fare da guida sulla nave.
Per la cronaca è stata anche la nave che ha recuperato l’equipaggio dell’Apollo 11 di ritorno dal primo allunaggio, la capsula si trova infatti ancora li con annessa camera di quarantena dove gli astronauti passarono 30 giorni dopo il rientro.
Unica pecca la nave-museo si trova fuori da San Francisco, nella cittadina di Oakland, raggiunta con metro, autobus e una bella camminata.
20110829-094752.jpgLasciata la nave riprendiamo la sequenza di autobus e metro per tornare nella civiltà e in un’oretta ci ritroviamo in centro a SF. Il paesaggio cambia e ricambio la pazienza di mia moglie con una gita al museo dei trucchi di sephora.

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Ago 30

X tappa, Santa Barbara Monterey

La penultima tappa del nostro viaggio ci porta da Santa Barbara a Monterey, alle porte di San Francisco.
Lasciamo Santa Barbara con un pizzico di rammarico, la cittadina è molto bella e avremmo passato qui volentieri un’altra giornata.
Prima di partire decidiamo di fare una passeggiata sulla spiaggia ma l’arrivo delle solite nuvole dall’Atlantico non ci fa godere a pieno del posto cosicché, onde evitare di arrivare come la sera precedente con il buio, decidiamo di partire con destinazione Monterey.
Per il pranzo optiamo per un carinissimo ristorante con terrazza sull’oceano nel quale veniamo accolti da una simpatica signorina con sorriso 24 denti. Non paghi del posto ci concediamo anche un pranzo a base di pesce, solito finto caffè espresso e con il prezzo di una pizza in Italia riprendiamo il nostro viaggio.
Seguendo le guide decidiamo di lasciare la highway in favore della panoramica strada 1 che segue il profilo della costa. Per quanto le nuvole basse non ci permettano di vedere tutto il panorama approfittiamo dei rari scorci di sole per ammirare il profilo quasi inglese di questa costa.
Arriviamo a Monterey con il sole ancora alto nel cielo, peccato che sia sopra le solite nuvole che trasformano la soleggiata località marittima di Monterey in una sorta di periferia di Milano, con nebbia e freddo.
Ecco la mappa di questa giornata…
20110830-053214.jpg
E le foto della giornata…

2011-08-25 Santa Barbara Monterey

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Ago 29

Piccolo centro commerciale di san francisco

20110828-063231.jpg

Un piccolo centro commerciale a san Francisco… 7 piani :-///

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Ago 28

San francisco

20110827-082902.jpg

Purtroppo la “high speed connection” di questo hotel non permette di aggiornare il nostro diario di bordo. Gli aggiornamenti riprenderanno appena possibile, speriamo domani dopo il cambio di albergo.

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Ago 26

IX tappa, San Diego Los Angeles Santa Barbara

La IX tappa è la prima interamente dedicata alla costa Californiana. Si parte da San Diego in mattinata in direzione della famosa spiaggia di La Jolla, dove si possono ammirare le foche scorrazzare (come gli asini di Oatman) sulla spiaggia. Non sappiamo se è solo un problema temporaneo delle spiagge locali, ma la quantità di sporco e mucillagine non ha nulla da invidiare alle nostre spiagge adriatiche, anche se questo non sembra importunare più di tanto la fauna del posto.

Passata La Jolla dirigiamo verso Los Angeles, città con l’invidiabile primato di essere immensa e di essere visitabile in mezza giornata. Arrivati a L.A. decidiamo di tornare piccoli per un momento passando davanti alla casa che fece da set per il telefilm Beverly Hills 90210. Passaggio veloce sul nostro passato e su tutti i telefilm dell’epoca (la metà girati qui) e via verso Hollywood. Purtroppo il caldo non ci permette di passeggiare troppo sulla walk of fame.

Vediamo qualche stella, ammiriamo qualche personaggio del luogo, approfittiamo per mangiare qualche cosa di veloce e ripartiamo direzione Rodeo Drive dove possiamo osservare, come fosse uno zoo, la catena di negozi di alto livello e una serie non indifferente di animali da shopping impegnati nel mantenimento del modello capitalista.

La tappa successiva è la Venice Beach, la caratteristica spiaggia ricca di “artisti” a sud di Santa Monica.

L’avevo vista 10 anni fa e la prima cosa che noto è la mancanza dei reduci, lascio a voi ogni possibile speculazione sul loro destino. La spiaggia è molto viva, tantissimi giovani che fanno acrobazie con mezzi di locomozione non a motore di ogni tipo, artisti di strada che creano curiosi oggetti e vendono fantomatici servizi tra cui un dottore che diagnostica insonnia per poter comprare erbe aromatiche birichine. Due personaggi su tutti, uno che chiede soldi per poter farsi allungare il pene e diventare un porno attore e uno che chiede un dollaro per farsi prendere a calci.

Se l’arte contemporanea in certe sue sfumature deve essere recepita come provocazione, anche questi devono essere annoverati assieme a tutti quelli “artisti” di moda presenti nelle gallerie d’arte moderne.

Alle 16 riprendiamo posto in macchina e ci dirigiamo verso nord, direzione Santa Barbara. Il tragitto di coglie un pò impreparati e, tra deviazioni forzate e strade dissestate, raggiungiamo Santa Barbara solo alle 21.00.

Facciamo il checkin intrattenuti da un gentilissimo proprietario della struttura che ci mostra dove poter mangiare, diamo un’occhiata alle camere e ci dirigiamo verso la State Street, una bellissima via piena di ristoranti e pub. Troviamo un bel ristorante messicano e consumiamo una cena a tema a base di Fajitas.

Ecco la mappa del viaggio del giorno…

e l’album della giornata…

2011-08-24 San Diego LA Santa Barbara

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Ago 24

VII tappa, Grand Canyon – Joshua Tree

Ecco qui riportati i principali motivi per cui è meglio avere una pistola che una donna. Questo simpatico manifesto ci accoglie nella cittadina fantasma di Oatman, lungo il tragitto che ci porta dal Grand Canyon a Joshua Tree, alle porte del Joshua Tree Park.
Questa è la tappa più lunga del viaggio, 500 chilometri circa. Non contenti di tutti i chilometri che dobbiamo fare decidiamo di deviare leggermente dal percorso per gustare qualche chilometro di ruote 66 e raggiungere la cittadina fantasma di Oatman, rimasta come era dai tempi in cui veniva frequentata per via delle miniere d’oro presenti sulle montagne circostanti.
In realtà di fantasma c’è ben poco. La cittadina è molto carina e ricalca alla perfezione la città standard dei film western, una lunga via sui cui lati vi sono bar e saloon con grosse facciate in legno ed insegne cigolanti in balia del vento.
Non posso dirlo con certezza ma sono abbastanza convinto che le case non sono riprodotte,
e fin qui l’appellattivo di città fantasma non fa una piega. Il problema sorge quando si pensa che se le case durano nel tempo, lo stesso non si può dire per i cowboys. A 100 anni di distanza questi sono stati rimpiazzati da attori mediocri che mimano sparatorie di vario tipo lungo la strada principale, il tutto in mezzo a simpatici asinelli liberi di scorrazzare (e non solo) tra un saloon e l’altro.
Malgrado questo, e visto L’orario, optiamo per un pranzo veloce in uno dei saloon del posto. Il proprietario, o presunto tale, ci mostra orgoglioso una fotografia in cui si può ammirare una persona sparare ed il proiettile immortalato nello scatto, il tutto sotto una bella testa di alce con annesso cappellino… effettivamente anche le persone sono rimaste quelle dei primi 900.
Finito il pranzo ripartiamo e dopo qualche ora ci troviamo nuovamente in California. La temperatura non cambia, sempre 44 gradi, facciamo l’ennesimo pieno di carburante e ne approfittiamo per una pausa con una buona birra fresca in un bar del posto.
In prossimità del tramonto arriviamo finalmente a Joshua Tree in un simpatico alberghetto pagato una miseria che non ha nulla, se non fosse per un simpatico indiano alla reception ed una connessione wi-fii straordinariamente veloce.
Per la cena optiamo per uno dei ristoranti/bar del paese (gli altri erano tutti chiusi) e finalmente ci imbattiamo nel primo stronzo americano. Un barista che prima fa finta di non considerarci e poi di non capirci, anche quando cerchiamo di ordinare solo a gesti sul menu. Il servizio è pregevole, il barista prepara le nostre birre e senza dire niente le appoggia sul bancone facendoci capire che da sole non sarebbero arrivate al nostro tavolo. Alla domanda “possiamo mangiare qualcosa” mostra un umorismo pregevole rispondendo “ho visto farlo diverse volte, è molto bello”. In preda alla rabbia decidiamo comunque di ordinare (non c’erano altri posti aperti) e dopo qualche mezz’ora è addirittura il cuoco a portarci la cena; l’ipotesi più plausibile è che il barista abbia fatto lo stesso ragionamento fatto per le birre ed abbia appoggiato i piatti pronti da qualche parte in cucina aspettando che questi si alzassero e venissero da soli, senza considerare peró che noi dal tavolo non potevamo vederli.
Per dovere di cronaca però devo ammettere che la carne era molto buona, forse la migliore mangiata fino a quel punto. La buona cucina non ha però salvato il barista… Questo giro niente mancia, lasciamo i soldi contati sul tavolo e torniamo in albergo, pronti per crollare a letto.

Ecco la mappa del tragitto di oggi…
20110824-094319.jpg
E le foto della giornata…

2011-08-21 Grand Canyon Joshua Tree 1

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Ago 24

Seconda Giornata a Grand Canyon Village

Approfittiamo della seconda giornata al Grand Canyon per riposarci veramente dopo tutti i chilometri fatti fino a questo momento. Non dovendo guidare per centinaia di chilometri concediamo alla sveglia una giornata di vacanza sperando di dormire un pò di più ma, un pò il fuso, un pò il fatto che abbiamo dormito (causa non disponibilità di camere) in 4 nella stessa camera, alle 8.30 siamo tutti svegli.

Dopo una poco soddisfacente colazione in camera partiamo per una passeggiata che ci porti a vedere un pò tutti i punti di osservazione del canyon in attesa del secondo tramonto, questa volta speriamo con un tempo più clemente.

Approfittiamo della mancanza di nuvole anche per fare una passeggiata di un miglio nel canyon. Rimanendo più giorni si potrebbe pensare di andare fin sul fondo ma in una sola mattinata questo non è assolutamente possibile; il Grand Canyon ha una profondità di circa 2000 metri ed il sentiero per discenderlo fino al Colorado è di 24 Km solo andata, un pò troppo per una mattinata.

Facciamo cosi passare tra passeggiate, paesaggi, pranzo e riposino la giornata e alle 17.30 partiamo per occupare uno dei posti migliori per ammirare il tramonto ed i continui cambi di colore dei numerosi strati di roccia che formano le pareti del Canyon.

Alle 19.00 il sole comincia la sua quotidiana uscita di scena e lo spettacolo può avere inizio…

Ed ecco tutte le foto della giornata di oggi…

2011-08-20 Grand Canyon

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