115°F, 46.1°C, a detta di una guida il posto più caldo della Terra, l’altra meno intraprendente si limita a definirlo il posto più caldo degli Stati Uniti. Comunque sia fa caldo, molto caldo, talmente caldo che respirando si sentono scottare le narici. Uno probabilmente dei posti più inospitali della Terra, ma allo stesso tempo lasciatemelo dire, uno dei più affascinanti che io abbia mai visto.
Arriviamo all’interno della Death Valley intorno alle 3 del pomeriggio, la macchina tiene bene, sia la temperatura interna che la temperatura dell’acqua, uno dei fattori da tenere sempre in costante controllo quando si arriva in situazioni cosi estreme.
Non essendo riusciti a partire presto la mattina, in quanto impegnati nel rifarci un minimo di guardaroba a spese di U.S.Airways o di chi per loro, decidiamo di affrontare la DV solo dopo pranzo. La meta del pranzo è la carinissima cittadina di Lone Pine, situata sullo svincolo che dalla 395 porta o a Las Vegas (passando per la DV appunto) o a Los Angeles. Finalmente riusciamo a mangiare un hamburger come si deve in un caratteristico saloon del luogo.
Finito il pranzo cominciamo a scavalcare la prima serie di montagne che ci porterà all’interno della Valley, il paesaggio è a dir poco marziano, stupendo. La strada è un continuo sali e scende, si va in pochissimo tempo da 2000 a 4000 ft. e poi ancora 2000 fin quando arriviamo in quel luogo terrificante che sono le dune all’interno della valle. Decidiamo di scendere per fare una passeggiata sulle dune e per fare qualche scatto ma ci rendiamo conto che la situazione è veramente critica, camminare è difficile, la sabbia ha una temperatura pazzesca e la disidratazione fa subito da padrona. Immaginate di essere in una sauna a cielo aperto senza possibilità di uscita se non ovviamente il refrigerio della propria macchina. Il pensiero che da un momento all’altro qualcosa possa bloccare il funzionamento del condizionatore è comunque sempre presente.
Il tutto è stato anche condito da uno spettacolare passaggio di un F16 americano in virata nel bel mezzo di un canyon dal quale si poteva osservare il fondo del deserto situato sotto il livello del mare.
Terminata la sosta alle dune procediamo verso l’avamposto di Furnace Creek. Una vera e propria oasi nel deserto con annesso campo da golf (ma chi ci va a giocare a quelle temperature? beh forse non ad Agosto la situazione è vivibile, ma di sicuro non cosi estrema).
Prima di Furnace però ci concediamo un’altra sosta per visitare un laghetto prosciugato nel quale si dovrebbe trovare una distesa di sale su cui camminare. Una camminata di 30 minuti sotto i 46 gradi mi permette di capire cosa sono le visioni ed i miraggi. Per favorire la passeggiata il tutto avviene sopra una passerella di legno; in effetti non ho ben capito se la passerella aiuta ad evitare il contatto con la sabbia o ad evitare i serpenti raffigurati su tutti i pannelli indicanti la fauna del luogo.
La tappa subito successiva a Fornace Creek è lo Zabrieskie point qualche miglio subito a sud. Zabrieskie da quello che ho letto è stato il proprietario della compagnia che ha trasformato la Death Valley da luogo minerario (soprassediamo sulle condizioni di lavoro del luogo) a luogo di passaggio per turisti. Il fascino di questo punto è indescrivibile, da qui si possono ammirare nello stesso momento il punto più alto ed il punto più passo degli Stati Uniti, il tutto avvolto in una cornice di dune e rocce dal sapore veramente alieno.
Ancora pieni di meraviglia dirigiamo verso la nostra destinazione di oggi, la cittadina di Pahrump alle porte di Las Vegas. La fortunata organizzazione della giornata ci consente di arrivare con il chiaro, cosicché approfittiamo per fare una visita a WalMart e fare scorta di acqua, la gita alla Death Valley ci ha fatto praticamente terminare le 30 bottigliette comprate il giorno precedente.
Finita la spesa arriviamo al nostro Best Western, due spanne sopra al Motel6, la camera è grande, il bagno normale ed il tutto tenuto molto meglio, l’unica cosa uguale è la cifra che abbiamo speso. Cenetta esagerata, nel senso che abbiamo ordinato troppo in un locale in Nascar Style, macchine paraurti e cofani ovunque, pizza 19” pollici americana (non male) e birra. Poi tutti a letto.
La sveglia arriva presto, per la Valli alle 4, il fuso è l’attesa dei bagagli fanno da sveglia, per me alle 6, giusto in tempo per chiamare l’hotel Montecarlo di Las Vegas, verificare di avere una prenotazione (era stata fatta ancora con Booking.com), e chiedere gentilmente di accettare i nostri bagagli in caso arrivassero in giornata.
[parentesi bagagli]
Chiedendo enormemente grazie al cognato (fratello per uno di noi due) italo-americano che ha contattato personalmente US Airways per capirci qualcosa, alle 10 del mattino chiamo anche io US Airways per avere maggiori informazioni. I nostri bagagli sono in viaggio, dovrebbero atterrare a San Francisco e da li essere portati al Montecarlo Hotel di Las Vegas… vedremo…
[fine parentesi bagagli]
Come sempre ecco la mappa della tappa di oggi…
e le foto della giornata…
![]() |
2011-08-15 Mammoth Lake Pahrumps |