Ore 7 di sabato 13 Agosto, puntuali come il canone a Gennaio siamo all’imbarco del volo che ci porterà a Parigi carichi per la nuova avventura. Sono passati solo una ventina di minuti da quando ci siamo recati al check in di Air-France rassicurati sul fatto che i nostri bagagli sarebbero andati direttamente a San Francisco.
Scalo a Parigi e di nuovo di corsa per arrivare al gate della US Airways per essere imbarcati sul volo 787 che ci porterà in quel Charlotte, ridente cittadina del north Carolina in cui cambieremo nuovamente aereo (ci sarebbe dovuto essere solo 1 scalo).
Primo segno sinistro è il non funzionamento del monitor del mio sedile, ho fatto tutto il viaggio osservando una freddissima scritta “Uploading conf.xml” di fronte a me. Fortunatamente la hostess mossa a compassione ad un certo punto mi ha caricato manualmente un film e per due orette ho avuto anche io il mio monitor.
Arrivati a Charlotte passiamo per tutti i vari controlli da fare all’ingresso sul suolo americano e, secondo segno sinistro, al riconoscimento bagagli questi non ci sono, tutti i bagagli di tutti gli italiani per San Francisco non ci sono. Troviamo un’altra signora italiana habitué di quella tratta e ci spiega che 2 volte su 3 con Air France succede questo. In effetti Air France non è Star Alliance come US Airways e questo potrebbe essere parte natura del disagio. Fatto sta che mi viene anche comunicato che molte volte i bagagli si trovano direttamente a San Francisco. Fiduciosi di questo ci imbarchiamo per un volo interno di 5 ore verso San Francisco.
Arrivati a San Francisco corriamo carichi di fiducia al carosello dei bagagli e come succede spesso prendiamo la nostra fiducia e ci facciamo un’impepata di cozze. I nostri bagagli non sono arrivati a SFO ma non hanno neanche lasciato Parigi, Air France non li ha caricati. Facciamo tutta la procedura riguardante lo smarrimento (tramite US airways che però non ritiene di avere colpe non avendo mai ricevuto i bagagli da Air France) e partiamo per l’Hotel con un Taxi; in realtà non ci siamo accorti che c’era la navetta gratuita ma eravamo troppo stanchi e incazzati per poter ragionare.
Arrivati all’hotel troviamo i nostri amici, andiamo a cena e corriamo a dormire dopo 21 ore di viaggio senza i nostri bagagli. Il sonno arriva e riporta con se un minimo di speranza sull’arrivo dei nostri bagagli per il giorno successivo, speranza che verrà ben presto affettata come un salame un Natale.