Meno di tre ore di macchina separano la campagna modenese dalla collina marchigiana. E’ questo il tempo che abbiamo impiegato per raggiungere una delle più belle città arroccate (e io che vengo da Bergamo ci tengo particolarmente a queste) della nostra Italia, la città che diede i natali a Raffaello e citata più volte da Piero della Francesca (che colto che sono… No per niente, un enorme grazie a wikipedia), Urbino.
Sono esattamente le 20.16 quando con 16 minuti di ritardo arriviamo al B&B “il governatore” che ci darà da dormire nella prima delle due notti marchigiane. Arriviamo con il sole già calato alle nostre spalle e per questo sfortunatamente non siamo in grado di apprezzare il paesaggio che ci aspettiamo di trovare domattina al nostro risveglio.
Ad attenderci una signora molto carina che ci da istruzioni sul da farsi raccomandandoci di chiudere bene il cancello dato che all’interno della sua proprietà vi è un capriolo, da lei allevato, che sarebbe utile e carino non s’incontrasse con il cane del vicino, spesso libero di girare in lungo ed in largo per la zona.
Acquisite le necessarie informazioni sulla chiusura del cancello e sulla gestione delle luci che prima ci fanno strada sul vialetto che porta alle nostre stanze e che poi ci fanno luce di fronte alla camera a noi assegnata, prendiamo visione di questa e notiamo con piacere la presenza di un enorme termosifone acceso; il sole tramontato e i 900 metri a cui ci troviamo non rendono assolutamente onore all’arrivo della primavera.
Eseguite le operazioni di rito e fatto tesoro della lista delle trattorie di Urbino ci vestiamo e muoviamo verso la città per mangiare qualcosa.
Non vediamo molto di Urbino per stasera, stanchi dalla settimana ci accontentiamo di una onesta cenetta dalla trattoria del leone a base di olive ascolane e maiale per me e bruschetta e gnocchi alle noci per mia moglie.
Due passi, ma dico due, per “mandar giù” un pochino la cena e si torna in camera per apprestassi velocemente al sonno ma… ecco che qui sorge un problema, cosa dovrebbe accadermi se dopo cena prendo un caffè e un amaro locale? niente, se non fosse che l’amaro locale è per metá caffè, morale della favola? La valli è qui a fianco a me beata che dorme e io dopo aver letto 50 pagine del manuale di fotografia e fatto tesoro del corretto utilizzo dell’apertura dell’obiettivo per gestire la profondità di campo… paroloni, giocato ad ogni gioco immaginabile dell’ipad, letto la storia di Urbino, fatta la lista delle cose da vedere e scritto questo post, non ho ancora sonno!!! O per lo meno, comincio solo ora (1:45) a sbadigliare.
Per fortuna che la colazione domani è stata posticipata alle 9.00 (io avevo proposto un alquanto criticabile 8/8.30), quando armati della nostra inseparabile reflex, apriremo la porta della nostra camera ansiosi di scoprire quello che fino ad ora ci siamo solo immaginati…
Notte a tutti